Criminologo e Criminalista, quali sono le sostanziali differenze tra le due figure professionali
La stesura di questo articolo serve per facilitare la comprensione tra due lavori che sono molto interconnessi tra loro ma che, dal punto di vista pratico, sono completamente differenti: stiamo parlando della figura del criminologo e di quella del criminalista, i quali sono spesso confusi.
L’attività del criminalista, difatti, è ben diversa da quella del criminologo. Pertanto, ho deciso di condividere quest’articolo con la dott.ssa Alessia Belgianni, sociologa specializzata in Scienze Forensi, Criminologia Investigativa e Criminal Profiling presso la CSI Academy, la quale ha deciso di intraprendere la carriera di criminologa e che, in seguito, spiegherà in cosa consiste tale professione.
Il mio percorso formativo è molto differente rispetto a quello della dott.ssa Belgianni. Di base sono un dottore in Giurisprudenza, specializzato in seguito in Criminologia, Criminalistica, Investigazione e Psicologia Giuridica. Pertanto, dovrei anch’io essere definito un criminologo ma, dato che questo termine non lo sentivo mio, decisi di continuare la mia formazione dedicandomi prevalentemente allo studio delle scienze forensi e, in particolar modo, della BPA (Bloodstain Pattern Analysis livello base, conseguito presso la Ra.se.t criminalistica di Roma) e della dattiloscopia forense (livello base conseguito presso la Ra.SE.T Criminalistica di Roma e livello avanzato conseguito all’estero, presso l’International School of Fingerprints S.A.S, PEREIRA, COLOMBIA).
All’inizio dell’articolo ho scritto che queste due professioni sono particolarmente interconnesse tra loro perché in entrambe ci troviamo spesso ad analizzare fascicoli giudiziari (prevalentemente per processi per omicidio) dove però, da un punto di vista pratico, ciascuno di noi concentra l’attenzione su elementi differenti, necessari per portare avanti il proprio lavoro.
Nella mia professione di criminalista, ad esempio, capita spesso di ricevere la chiamata di avvocati che hanno bisogno di relazioni preliminari di controllo degli atti del fascicolo giudiziario a supporto della difesa dell’indagato o, al peggio, dell’imputato (attività di CTP): dovrò analizzare gli eventi; i verbali di ricezione dei reperti; il verbale d’identificazione di cadavere e l’autopsia giudiziaria (utile per capire a cosa è dovuto l’evento morte); le relazioni tecniche inerenti eventuali indagini dattiloscopiche con relative analisi di laboratorio; le relazioni tecniche inerenti eventuali ricostruzioni crimino-dinamiche degli eventi mediante lo studio e l’analisi delle macchie di sangue (BPA). Una volta ottenute tutte queste informazioni, sarà mio compito redigere una perizia dove espongo gli eventuali elementi a discarico del mio assistito.
Altre volte capita di ricevere incarichi grazie alla qualifica di Consulente Tecnico in Dattiloscopia Forense e, in quel caso, il lavoro consisterà nella ricezione della relazione dattiloscopica eseguita dal RIS o dalla Polizia Scientifica e nella redazione di una nuova perizia dattiloscopica dove sarà mio compito comparare eventuali frammenti d’impronte (digitali e/o palmari) rinvenuti nella scena del crimine (che si presumono appartenere al cliente che fa la nomina) con l’impronta dello stesso, registrata nella banca dati AFIS o APFIS, per portare, anche in questo caso, elementi a suo discarico.
Infine, può capitare di ricevere fascicoli fotografici dove sia richiesto di ricostruire la dinamica dell’omicidio dallo studio delle tracce ematiche presenti nella scena del crimine. In tal caso sarà mio compito analizzare il fascicolo fotografico, studiando ogni singola macchia di sangue, in modo da poter poi redigere una relazione criminodinamica di sviluppo dell’evento delittuoso.
Tali attività, come ben potrete capire, non possono essere eseguite da un criminologo che non ha una solida preparazione in dattiloscopia forense o in BPA pertanto, il criminalista, è da considerarsi come un esperto tecnico dell’investigazione criminale che utilizza il sapere e le metodologie delle scienze matematiche, fisiche, chimiche e naturali, ai fini dell’accertamento del reato e della scoperta del suo autore.
La criminalistica, comunemente detta anche “scienza delle tracce”, riguarda dunque tutti gli accertamenti tecnici che sono effettuati nell’ambito delle attività investigative in seguito a un evento criminoso. Pertanto, il criminalista è chi si avvale di conoscenze e competenze scientifiche per far “parlare” la scena del crimine. Il criminalista, da non confondere con il criminologo, è, in pratica, un “investigatore scientifico” che può anche operare direttamente sulla scena del crimine perché dotato di conoscenze che gli consentono l’accesso alla stessa.
FOTO 1: RILEVAMENTO DI UN BOSSOLO.
Il Dott. Alessio Poggi ha spiegato e chiarito qual è il ruolo di un criminalista, andando a descrivere di cosa si occupa e perché quest’ultimo è importante ai fini investigativi. Ora sposterò l’attenzione sull’altra figura, quella del criminologo, che com’è già stato prima evidenziato è una figura professionale differente da quella del criminalista.
Va rilevato che la criminologia è lo studio del crimine, del comportamento criminale e delle conseguenze che comporta a livello sociale. Essa può coinvolgere diverse discipline come la sociologia, la psicologia, la psichiatria, la giurisprudenza, la storia, la biologia, l’antropologia e tante altre. Ne consegue che i criminologi possono avere una formazione differente ma tutti hanno un ruolo comune ben specifico: contribuire, nella loro area di competenza, attraverso ricerche scientifiche finalizzate all’approfondimento di diverse circostanze criminose, dedicandosi allo studio della criminalità in tutte le sue forme. In questo modo si potrà anche analizzare il comportamento criminale nella società su fattori come l’età, il sesso, la classe sociale, la religione, l’etnia e via discorrendo.
In particolare, è doveroso precisare che, delle volte, per fare un’analisi mirata e approfondita della condotta criminale messa in atto da un individuo, è necessario l’intervento di uno psicologo o psichiatra forense, i quali possiedono le competenze utili per tracciare un profilo psicologico del reo e, talvolta, anche quello della vittima (lo studio delle caratteristiche proprie della vittima e del ruolo che quest’ultima ha nella genesi del reato, prende il nome di ‘vittimologia’).
FOTO 2: ALESSIO POGGI RIPRESO DURANTE UN’ESERCITAZIONE DI UN SOPRALLUOGO INTENTO AD ANALIZZARE LE TRACCE EMATICHE PRESENTI NELLA PARETE.
Un criminologo può svolge attività di CTP (nominato dalla parte) o di CTU (nominato d’ufficio). In questo caso l’attività consisterà nella lettura, nello studio e nell’analisi del fascicolo giudiziario, e ciò sarà fondamentale per comprendere la dinamica dei fatti svoltisi, sia si tratti di omicidio, di suicidio o di un caso di presunta scomparsa. Sarà molto importante leggere con attenzione tutte le informazioni presenti all’interno del fascicolo, dall’esposizione dei fatti, per poi proseguire con le Sommarie Informazioni Testimoniali (informazioni rilasciate da quelle persone presenti sul luogo di commissione dei fatti – testimoni, astanti, parenti, ecc -, le quali sono escusse), con la consulenza medico-legale (che andrà a chiarire le cause della morte della vittima e l’epoca del decesso della stessa), con la consulenza chimico-tossicologica (se presente), con quella tecnica-informatica forense e con tutti gli altri atti presenti nel documento in questione.
Dopo aver esaminato tutto il fascicolo giudiziario, il criminologo, in conformità a tutto ciò che ha appreso dagli atti, si accinge a fare una ricostruzione del caso. Fondamentale, in questa fase, sarà tracciare una TimeLine (altro non è che la ricostruzione temporale degli avvenimenti che si sono verificati prima dello stesso e subito dopo).
Importantissima è poi l’analisi delle SIT, perché sarà doveroso valutare se si riscontrano delle incongruenze in ciò che è stato dichiarato da chi è stato escusso con ciò che la TimeLine dimostra. Essendo una professione basata sul gioco di squadra, bisognerà tenere conto delle conclusioni alle quali sono giunti gli altri professionisti (ciascuno nella materia di sua competenza, es.: consulenza medico legale, tossicologica, informatica, dattiloscopica, genetica, ecc.) e, solamente a seguito, si formuleranno delle ipotesi su come potrebbero essersi svolti i fatti e su chi, nel caso di un omicidio, avrebbe potuto commettere il delitto.
Chiaramente, le ipotesi dovranno essere fondate da prove che possano dimostrarle e, a tal proposito, è importante il lavoro che svolgono i criminalisti quando intervengono sulla scena del crimine. Il loro buon operato è essenziale per aiutare il criminologo a comprendere la dinamica dell’accaduto. Come ha affermato il Dott. Alessio Poggi inizialmente, la professione del criminologo e quella del criminalista sono particolarmente interconnesse, anche se i ruoli si differenziano molto.
Per finire, potremmo affermare che, come si apprende dal manuale intitolato “Criminologia, storia, teorie, metodi” di Gemma Marotta, “la criminologia è lo studio scientifico della criminalità, del delinquente e del comportamento criminale. Più in particolare i criminologi studiano la natura del crimine, i tipi di criminalità, cercano di individuare e spiegare i fattori connessi al reato e al comportamento antisociale, e la conseguente reazione sociale“.
FOTO 3. La dott.ssa Belgianni intenta a lavorare su un fascicolo giudiziario
Dott. Alessio Poggi (giurista, dottore in criminalistica)
Cellulare: 329 962 3450
Indirizzo mail: alessiopoggi91@gmail.com; alessiopoggi91@legalmail.it;
Dott.ssa Alessia Belgianni (sociologa, criminologa)
Cellulare: 342 030 2311
Indirizzo mail: belgiannialessia97@gmail.com
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