La scena del crimine: il sopralluogo forense
L’esame della scena del crimine e tutto ciò che ne consegue necessita di un’attività concertata di tutti i professionisti, ognuno dei quali ha un ruolo preciso e fondamentale nell’economia della fase investigativa.
Durante il sopralluogo ritroviamo infatti: il Pubblico Ministero nell’esercizio della sua attività istituzionale d’indagine, il medico legale nell’esercizio di quelle attività di carattere scientifico quali la verifica dello stato dei luoghi, la ricerca e l’assicurazione delle cose e delle tracce pertinenti al reato utili per l’identificazione del reo e della vittima, per la ricostruzione della dinamica dell’evento e per l’accertamento delle circostanze in cui esso si è realizzato, anche in relazione alla verifica del modus operandi dell’autore del reato. Inoltre troviamo altri soggetti quali gli investigatori scientifici, che eseguono i rilievi fotografici, prelevano i reperti biologici, ricercano le impronte digitali.
L’aiuto che può fornire la scienza nella risoluzione delle controversie non attiene il solo ambito processuale penale ed oggi, visto il trattamento di favore riservato dalla giurisprudenza alla prova scientifica ed in particolare alla prova del DNA (che è l’unico mezzo di prova capace di definire anche le controversie civili con un grado altissimo di certezza), la scienza presenzia molto più spesso ai processi, fornendo al diritto la possibilità di risolvere con più celerità le cause che altrimenti sarebbero destinate a prolungarsi negli anni per poi giungere ad una sentenza che sarebbe dettata dall’interpretazione del singolo magistrato.
Quando si procede all’esame dell’area coinvolta dall’evento bisogna tenere in considerazione una distinzione tra luogo aperto o luogo chiuso; i principi generali metodologici da seguire sono uguali, le uniche differenze che si possono riscontrare sono attinenti alla fase operativa. Le prime attività rilevanti sono quelle che concernono la registrazione dell’orario di accesso al luogo, della temperatura dell’ambiente e delle condizioni metereologiche (di importanza nei reati perpetrati nei luoghi aperti). Le vie di accesso al luogo sono prese in considerazione al fine di valutare le modalità di accesso in senso stretto o le modalità di fuga o di abbandono della sede; quando si tratta di luogo aperto si presta attenzione al contenuto naturale del terreno (alberi, rovi, terreno, steccati ecc.) al fine di valutarne i caratteri propri generali e le particolarità. E’, dunque, necessario ab initio rilevare la sede, la posizione, la forma, la dimensione, il colore, l’odore di ogni cosa osservata al fine di rendere più dettagliata possibile la descrizione di ogni particolare; dopo una prima descrizione d’insieme si passa ad un’analisi più dettagliata e minuziosa, procedendo con un ordine logico.
Importanti nell’indirizzare le indagini degli inquirenti sono le impronte, che sono segni necessariamente creati dal contatto tra due superfici; esse possono essere prodotte dall’uomo (impronte digitali), dagli animali (impronte lasciate dalle zampe) o da oggetti inanimati (ad es. da pneumatici lasciate sul terreno); simili a queste e con le stesse caratteristiche sono anche le impronte di scarpe lasciate sul terreno. Tra le impronte lasciate dall’uomo, importanti sono le impronte da impressione lasciate nel terreno dalle suole delle scarpe: da queste, in alcuni casi è possibile individuare la tipologia di scarpa ed a volte caratteristiche individualizzanti della singola calzatura e qualora siano numerose le tracce si possono avere informazioni sulla dinamica.
Le impronte digitali, possono essere latenti o visibili e quelle latenti vanno evidenziate per mezzo di metodologie che richiedono l’impiego di strumenti quali luci o prodotti chimici specifici. Dopo che si è proceduto alla ricognizione del contenuto naturale del luogo si procederà all’esame del contenuto accessorio, consistente in macchie, residui organici e oggetti. Le macchie possono essere determinate da materiale biologico di origine umana (sangue, urina, feci, sperma, saliva, ecc.) o di altra origine (olio, vino, coloranti, benzina, ecc.). Le tracce di sangue sono importanti in quanto possono permettere di ricostruire la crimodinamica dell’evento.
Gli investigatori, dunque, analizzeranno le pozze (per esempio quelle dovute al deflusso di sangue dal corpo della vittima), gli schizzi (per esempio quali conseguenze dello sparo), le gocciolature (per esempio il coltello sporco di sangue dal quale cola il sangue mentre si cammina). Tale attività rientra tra le metodiche utilizzate dagli investigatori della scientifica attraverso un settore delle scienze forensi denominato B.P.A (Bloodstain Pattern Analysis) che tratteremo nella prossima uscita.
L’intervento sulla scena del crimine deve seguire un ordine di priorità e di cronologia, che tuteli gli operatori di polizia ed i presenti da rischi e quindi le prove e la loro integrità:
Soccorso e messa in sicurezza;
Tutele dell’integrità della scena;
Svolgimento di atti urgenti e rinvenimento di elementi utili;
Sopralluogo e repertazione (eventuale).
Dott. Jonathan Le Donne
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